02 Ottobre 2025 - Comunicati Stampa

LA PARITÀ VISTA DAGLI UOMINI: PRESENTATI I RISULTATI DELLA SURVEY L.U.I. 2025, L’INDAGINE DI FONDAZIONE LIBELLULA SUL MASCHILE NEI LUOGHI DI LAVORO

Più del 90% degli uomini pensa che una maggiore equità dei generi sia un vantaggio per tutte le persone. Il 77% si sente coinvolto nel contrasto alla violenza di genere. Ma i giovani sembrano meno sensibili, e il congedo parentale resta ancora poco esercitato: solo un terzo dei padri lo ha utilizzato.

Milano, 2 ottobre 2025 – Fondazione Libellula, da oltre dieci anni impegnata nella prevenzione e nel contrasto della violenza di genere attraverso progetti con aziende, scuole e territori, ha presentato oggi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, partner scientifico della ricerca, i risultati della nuova indagine L.U.I. – Lavoro, Uomini, Inclusione.

La survey ha raccolto oltre 6.000 risposte, di cui 2.137 da uomini lavoratori in Italia, e accende i riflettori su un aspetto ancora poco indagato ma essenziale: il punto di vista maschile su parità di genere, genitorialità, molestie e discriminazioni nel contesto professionale. Un’indagine che rappresenta una tappa importante per superare una narrazione sbilanciata, finora centrata quasi esclusivamente sul vissuto femminile, e aprire lo spazio a una nuova alleanza tra i generi.

A discuterne, nel corso dell’evento di presentazione presso l’Università Cattolica, alcune tra le voci più autorevoli del panorama culturale e accademico italiano: Francesca Cavallo, attivista e autrice di bestseller internazionali; Luca Milani e Laura Galuppo, docenti dell’Università Cattolica; Claudio Nader, founder di Osservatorio Maschile; e Mara Ghidorzi, Gender Expert di Fondazione Libellula. A moderare l’incontro Shata Diallo, Head of Social Impact Strategy, Programs & Research di Fondazione Libellula.

La ricerca restituisce un quadro complesso e sfaccettato del maschile nei luoghi di lavoro: dati incoraggianti si intrecciano a segnali di resistenza, tra nuovi modelli di paternità, scarsa consapevolezza del privilegio e pregiudizi ancora radicati. Un punto di partenza concreto per costruire un cambiamento culturale più equo e condiviso, dentro e fuori le organizzazioni.

10 DATI PER COMPRENDERE IL MASCHILE OGGI

  1. Congedo parentale: un diritto poco esercitato
    Solo il 34,6% degli uomini con figli ha utilizzato per intero il congedo parentale. La maggior parte – quasi due su tre – ha rinunciato a questa possibilità. Un dato che racconta quanto ancora la cura dei figli sia percepita come responsabilità materna, e quanto sia urgente promuovere una genitorialità più equa, libera da stereotipi e pressioni sociali.
  2. Genere e opportunità: occhi chiusi sulle disuguaglianze
    Alla domanda “Il genere può influenzare le opportunità dei tuoi figli o figlie?”, solo il 53,3% degli uomini ha risposto sì. Le donne, invece, lo affermano nell’80% dei casi. Questo divario mostra quanto spesso il privilegio maschile resti invisibile a chi lo vive.
  3. Carriera e famiglia: un equilibrio ancora squilibrato
    Solo il 18% degli uomini dichiara di sentirsi spesso costretto a sacrificare la propria carriera per prendersi cura della famiglia. Tra le donne, questa percentuale supera il 43%. Segno evidente di una disparità nella distribuzione dei carichi di cura.
  4. Maternità e paternità: ancora oggetto di pregiudizi
    Il 10% degli uomini racconta di aver sentito sul lavoro commenti negativi legati alla maternità, e il 5,4% rispetto alla paternità. A fare questi commenti? In gran parte altri uomini.
  5. Clima tossico e discriminazioni: anche gli uomini lasciano il lavoro
    Il 23% degli uomini ha cambiato lavoro a causa di molestie, discriminazioni o un ambiente tossico. Un dato che cresce tra freelance e chi lavora in piccole realtà.
  6. Battute sessiste: non è solo una questione di donne
    Il 17,4% delle donne è bersaglio di battute sessiste sul lavoro. Tra gli uomini, questa esperienza riguarda il 4,9%.
  7. Discriminazioni per orientamento sessuale: un dato che colpisce
    Il 5,3% degli uomini dichiara di aver subito discriminazioni per il proprio orientamento sessuale. Un fenomeno più diffuso tra freelance, giovani e over 60.
  8. Parità di genere: per alcuni è già stata raggiunta
    Quasi un uomo su tre pensa che la parità di genere sia già un traguardo raggiunto. Tra le donne, solo il 6,5% lo pensa.
  9. Violenza contro le donne: riguarda anche gli uomini?
    Il 77% degli uomini si sente coinvolto nel contrasto alla violenza di genere. Ma tra i più giovani la percentuale scende drasticamente.
  10. Più equità, più benessere per tutti e tutte
    Il 90,5% degli uomini pensa che una maggiore equità tra i generi sarebbe un vantaggio anche per loro. La parità non è una concessione: è una conquista collettiva.

“Spesso quando si parla di genere ci si concentra esclusivamente sul femminile, dimenticando che esiste anche un genere maschile. Eppure, non può esserci reale cambiamento senza uno sguardo condiviso”, commenta Mara Ghidorzi, Gender Expert di Fondazione Libellula. “Abbiamo voluto ascoltare il punto di vista degli uomini per avviare una nuova conversazione sulla parità: è evidente che su alcuni temi c’è ancora poca consapevolezza, ma siamo in una fase di cambiamento. Un cambiamento, che come ci racconta questa Survey, va sempre guidato. Va agita una responsabilità individuale e collettiva, come persone adulte nei confronti delle nuove generazioni e come donne e uomini, nelle relazioni che sviluppiamo nei contesti lavorativi e personali. Quel 90% è un dato importante: la parità non è qualcosa di parte, ma abbraccia tutti e tutte” conclude Mara Ghidorzi.

I dati della ricerca di Fondazione Libellula tracciano un quadro a tinte ambivalenti”, sostiene Luca Milani, Full Professor dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Se da una parte oltre il 90% dei rispondenti afferma – finalmente – che la parità di genere è una conquista civile che porterebbe beneficio a tutta la società, dall’altra troviamo una sorprendente frattura generazionale tra i lavoratori più “senior” – per i quali la violenza contro le donne rappresenta una ferita anche per gli uomini – e i più “junior”, per i quali invece il problema è meno sentito e soprattutto percepito di interesse eminentemente femminile.

Considerato quanto negli ultimi anni sia maturata – soprattutto nei tanti gruppi informali di uomini che si trovano a confrontarsi tra loro e con la società civile, coordinati dalla Associazione Maschile Plurale – una sensibilità sulla possibilità di costruire un nuovo modello di maschilità che si allontani da quella tossica ancora preminente in molti ambiti, è opportuno che si possa costruire un nuovo “patto generazionale”, in cui chi per sensibilità e storia personale ha avuto modo di interrogarsi sul proprio essere uomo, tenti di “provocare” le nuove generazioni utilizzando modi di comunicazione nuovi e partecipativi” conclude Milani.

Generazioni a confronto: un campanello d’allarme

La Survey L.U.I. 2025 restituisce l’immagine di un maschile in trasformazione, diviso tra aperture promettenti e resistenze profonde. Se da un lato cresce il numero di uomini che si sentono coinvolti nel contrasto alla violenza e riconoscono il valore dell’equità di genere, dall’altro lato emergono segnali allarmanti: la Generazione Z – contrariamente alle aspettative – risulta la meno sensibile e la meno partecipe, in netto contrasto con le generazioni più adulte, che mostrano invece maggiore consapevolezza e responsabilità.

Un dato che ribalta lo stereotipo dei giovani come avanguardia del cambiamento e accende un faro su quanto sia necessario investire in educazione, ascolto e formazione continua.

Rispetto alla prima edizione della survey (2023), che aveva già rilevato una certa distanza tra percezione e realtà, l’edizione 2025 evidenzia uno scollamento ancora più marcato. Cresce, ad esempio, la percentuale di uomini che ritiene la parità di genere un traguardo ormai raggiunto, mentre i dati reali raccontano ben altro.

Il cambiamento culturale non può essere dato per scontato. Anche i segnali più promettenti richiedono un accompagnamento costante, fatto di educazione e responsabilità condivisa. La seconda edizione della Survey L.U.I. mostra che la strada è ancora lunga, ma traccia un punto di partenza concreto da cui ripartire.

Tutti i risultati della ricerca sono raccolti nell’eBook “L.U.I. – Lavoro, Uomini, Inclusione”.

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